Si è tenuta all’Università la Sapienza di Roma la premiazione dei giovani hacker del Cyberchallenge, il primo programma made in Italy dedicato alla sicurezza informatica per i ragazzi dai 16 ai 22 anni, a cui ha preso parte anche il prefetto Alessandro Pansa con un’analisi sugli attuali attacchi informatici.
“Gli attacchi cyber in Italia sono in continua crescita, non per qualità ma per quantità – ha commentato il prefetto – dobbiamo far crescere la cultura della sicurezza e la consapevolezza dei rischi. L’investimento più grande va fatto sui giovani. Oggi i più grandi detentori di dati non sono gli Stati, ma tre-quattro aziende private che agiscono seguendo il loro interesse, completamente diverso da quello pubblico degli Stati”.
Pansa ha anche commentato quanto accaduto negli Stati Uniti durante le presidenziali ovvero il condizionamento elettorale da parte di criminali informatici, confrontandolo con l’attuale realtà italiana: “Da noi non ci sono sistemi elettronici per il voto, non è possibile intervenire per modificare un orientamento espresso. Si può intervenire invece sulla propaganda elettorale: chi è più bravo è capace di influenzare meglio gli altri, ma qui siamo nel campo della propaganda, non della cybersecurity. La propaganda la possono fare tutti”.
La premiazione è stata anche l’occasione per fare un breve punto sulla situazione a pochi giorni dall’entrata in vigore della normativa europea NIS (Network e information security).
Era presente anche il professor Paolo Baldoni, vicedirettore generale del Dis (Dipartimento informazioni e sicurezza della presidenza del Consiglio), il quale ha spiegato come “A novembre inizieranno le ispezioni per verificare se i sistemi informatici degli operatori di servizi essenziali, come sanità, energia, trasporti, banche, e dei fornitori di servizi digitali sono tenuti a regola d’arte. Ma già da domenica scorsa tutti hanno l’obbligo di denunciare eventuali attacchi subiti”.
Il professor Baldoni si è addentrato nel merito del NIS, il nuovo decreto che unifica regole e doveri per la cybersecurity dei paesi facenti parte dell’Unione Europea, spiegando che “E’ un processo, richiederà del tempo per entrare a regime. Sono previste sanzioni per decine di migliaia di euro per chi ometterà di denunciare violazioni informatiche di un certo rilievo. E sanzioni anche più onerose saranno applicate a chi non gestirà al meglio le infrastrutture di sicurezza. Le autorità Nis sono in capo a sei ministeri. A novembre partiranno le ispezioni. Ogni settore ha la sua specificità, bisogna tenerne conto. E’ anche previsto un comitato di coordinamento tra le autorità Nis, per allineare la parte ispettiva e sanzionatoria”.
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