L’enorme volume di dati che circola su Internet denominato Big Data, comporta inevitabilmente una serie di rischi per cui si rendono necessarie delle soluzioni che riescano a proteggerne l’integrità e l’uso improprio. Angelo Cardani presidente dell’Agcom ha voluto sottolineare proprio questi aspetti nella consueta Relazione annuale, evidenziando quanto sia pericolosa la presenza di “un ecosistema governato da poche grandi multinazionali” e di quanto si rischi “l’alterazione dell’ecosistema informativo planetario”.
Per ciò che concerne le possibili soluzioni queste dovranno assicurare: disciplina dei mercati, neutralità e trasparenza degli algoritmi, proprietà dei dati, che rappresentano tre capisaldi fondamentali per arginare i rischi legati a possibili monopoli. Lo stesso Cardani si è voluto soffermare proprio sull’attuale tendenza al monopolio delle informazioni ricordando che “sono sei le App installate da più di un miliardo di utenti nel mondo e tre imprese detengono otto delle dieci app più scaricate: Facebook, Google e Apple“.
Il presidente dell’Agcom ha continuato analizzando il problema legato alle cosiddette fake news: “L’informazione è un valore fondante della convivenza democratica e della libera manifestazione delle opinioni e per questo va utilizzata, costruita e diffusa con estremo rigore e cautela”. Durante l’analisi della relazione non è mancato un accenno anche ai diritti d’autore: “Nel corso del 2017 ha mosso passi importanti il processo di parziale liberalizzazione del mercato dell’intermediazione dei diritti d’autore, che si affianca alla realizzata liberalizzazione di quello dell’intermediazione dei diritti connessi”.
Cardani ha poi concluso il suo intervento spiegando come nello scorso anno il numero di accessi attraverso la banda ultralarga sia praticamente raddoppiato passando da 2,3 a 4,5 milioni. “La crescente domanda di contenuti video online su rete fissa – ha proseguito il presidente Agcom – è alla base del sensibile incremento del consumo di banda e traffico dati (+30%). Il consumo dati da parte degli utenti è cresciuto in misura ancora maggiore (+48%) nella telefonia mobile”. Tanto che, proprio nella telefonia mobile, per la prima volta la spesa in servizi dati ha superato quella in servizi voce: insomma, con il cellulare si ‘chatta’ e si naviga sempre di più e si parla sempre di meno”.
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